venerdì 22 gennaio 2010

“Negare una prospettiva ai figli dei più poveri”

The children's film director Andrzej Maleszka believes in the power of magic: "In my films, magic powers represent the potential inside us, waiting for us to tap it. Our future is decided in childhood - either we will go off into the adult world with the ability to make decisions about our own lives, or we become will-less robots, who are controlled by managers, politicians and advertising. Good fairytales allow children to believe in their own powers."

Credo che questo incipit sia essenziale per interpretare al meglio questo articolo di IRENE TINAGLI

Anziché pensare a misure che stimolino e incentivino la frequenza della scuola, magari attraverso sistemi di borse di studio e di coinvolgimento e supporto alle famiglie, o una riorganizzazione vera dei sistemi di formazione lavoro, si propone oggi di portare a 15 anni l'obbligo scolastico. Affidare i giovani di quindici anni ai sistemi «formativi» extrascolastici significa lasciarli soli, vista la totale inconsistenza della formazione extrascolastica in Italia. È vero, le imprese potranno beneficiare di un anno di manovalanza a basso costo e i giovani avranno un anno di esperienza lavorativa (che, attenzione, è ben diversa da vera «formazione»), ma tutto questo è un ripiego terribilmente di breve periodo e poco lungimirante. È come chi si brucia la casa per vendersi le ceneri. Oggi ci si guadagna un pochino, ma si perde un patrimonio molto maggiore per il futuro.

Uno dei problemi più grandi del sistema economico e produttivo italiano è proprio la scarsa qualificazione di tanti lavoratori, che entrati in azienda a quattordici o quindici anni, hanno maturato degli skills talmente specifici a un certo tipo di produzione, che poi diventa difficilissimo riconvertirli o sottoporli a nuova formazione molti anni dopo. È per questo che quando chiude una fabbrica si mettono in ginocchio intere economie locali. Un maggior livello di istruzione serve a questo: a rendere il lavoratore più flessibile, e più ricettivo a programmi di formazione futura.

Questo non significa che ci sia bisogno di avere tutti laureati o premi Nobel, ma solo che occorre maggiore attenzione ai percorsi formativi e di avviamento al lavoro delle nuove generazioni, per assicurarci che il giovane non venga semplicemente abbandonato dietro una catena di montaggio. Perché un quindicenne che oggi, nel 2010, lascia la scuola per mettersi dietro una macchina, si scontrerà prima o poi con problemi che sarà poco attrezzato ad affrontare, e con lui la società in cui vive. Altri Paesi si stanno ponendo questo problema. Come l'Inghilterra, che negli ultimi dieci anni ha più che raddoppiato la spesa per la formazione professionale dei giovani riorganizzandola pesantemente: sono state create numerose «National Skills Academies», guidate da aziende e datori di lavoro, che oltre a formare migliaia di ragazzi hanno stimolato le aziende stesse ad investire di più, facendo lievitare a 38 milioni di sterline (+16% in soli due anni) la spesa delle aziende in formazione giovanile. Un intervento peraltro integrato da un programma di welfare per i giovani, un «New Deal for Young People» che supporta ed incentiva la formazione e il lavoro, di cui hanno già beneficiato un milione e trecentomila ragazzi tra i sedici e i diciotto anni.

Ecco, la proposta di Sacconi e del governo italiano oggi ha il merito di affrontare un problema reale da noi troppo spesso ignorato, per ignavia o ipocrisia, ma ha il limite di farlo con uno spirito che trasmette una sensazione di rinuncia, che rischia di negare una prospettiva ai figli dei più poveri che di fatto vedranno disegnarsi di fronte a loro l'orizzonte di fine del percorso formativo alla scuola media, una logica del «meglio di niente». Mentre oggi più che mai il Paese avrebbe bisogno di una politica capace di dare segnali forti, che riconosca i problemi, certo, ma anziché abbassare l'asticella l'alzi continuamente, rilanciando con proposte innovative proprio sulle sfide più difficili. Una politica che ci dica che possiamo fare meglio di così e puntare più in alto.

"Negare una prospettiva ai figli dei più poveri": è su questo punto che possiamo valutare l'attuale dibattito inglese sulle differenze di classi e che sembra assumere una particolare importanza in vista delle prossime elezioni nazionali.

Last week David Cameron argued it was parental 'warmth, not wealth' that was key to a child's wellbeing and life chances.

But Miss Harman will claim that the new report(the 420-page report, compiled by Professor John Hills, is expected to provide embarrassing proof that inequality has continued to rise under Labour, despite 12 years in office) provides clear evidence that inequality is passed on from one generation to the next as a direct result of social class.

She will say: 'Persistent inequality of socio-economic status - of class - overarches the discrimination or disadvantage that can come from your gender, race or disability.

'The question of equality is not just rooted in our traditional values and linked with our past, it's essential for the future. The public want an equal society, one where there is not a yawning and growing gap between the bottom and the top.'


The new report, which has taken more than a year to compile, will suggest that Britain is still riven with widespread inequality.
Researchers found that children eligible for free school meals did only half as well at GCSE as those who were not. Only four per cent of those on free school meals went on to university, compared to one-third of the wider population

sabato 2 gennaio 2010

Siracide. cap.3 - Onore al padre e alla madre

Siracide - Capitolo 3  
Doveri verso i genitori
Figli, ascoltatemi, sono vostro padre;
agite in modo da essere salvati.
Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli,
ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
Chi onora il padre espia i peccati;
chi riverisce la madre è come chi accumula tesori.
Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
Chi riverisce il padre vivrà a lungo;
chi obbedisce al Signore dà consolazione alla madre.
Chi teme il Signore rispetta il padre
e serve come padroni i genitori.
Onora tuo padre a fatti e a parole,
perché scenda su di te la sua benedizione.
La benedizione del padre consolida le case dei figli,
la maledizione della madre ne scalza le fondamenta.
Non vantarti del disonore di tuo padre,
perché il disonore del padre non è gloria per te;
la gloria di un uomo dipende dall'onore del padre,
vergogna per i figli è una madre nel disonore.
Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
Anche se perdesse il senno, compatiscilo
e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore.
Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata,
ti sarà computata a sconto dei peccati.
Nel giorno della tua tribolazione Dio si ricorderà di te;
come fa il calore sulla brina, si scioglieranno i tuoi peccati.
Chi abbandona il padre è come un bestemmiatore,
chi insulta la madre è maledetto dal Signore.