domenica 28 febbraio 2010

Il diritto alla sofferenza

Vale la pena ricordare alcuni brani, dell'Impegno palermitano, susseguente all'attentato a Paolo Borsellino, nel luglio del 1992: «Ci impegniamo a educare i nostri figli nel rispetto degli altri, al senso del dovere e al senso di giustizia. Ci impegniamo a non adeguarci al malcostume corrente, prestandovi tacito consenso perché "così fan tutti". Ci impegniamo a rinunziare ai privilegi che possano derivare da conoscenze e aiuti "qualificati". Ci impegniamo a non vendere il nostro voto elettorale per nessun compenso. Ci impegniamo a resistere, nel diritto, alle sopraffazioni mafiose...».

 

Oggi, 2010, la reazione degli Aquilani e la riconsegna delle chiavi delle case dormitorio, una protesta per riprendersi la propria dignità:

«Chiusi nelle case antisismiche, nei moduli abitativi provvisori, abbiamo capito che non sapevamo dove andare: non c'è un teatro, non c'è una biblioteca, non ci sono più i bar del centro. Ci siamo accorti di essere persone che debbono solo comprare cibo al supermercato, mangiare e guardare la televisione. Abbiamo detto basta». Non è ancora L'Impegno della chiesa palermitana, ma si ricomincia anche così: uscendo dal privato delle new town, spegnendo le tv del Truman Show, riprendendosi la pòlis.

 

Non abbiamo bisogno di   figure di matrice berlusconiana, agguerrite addomesticatrici di istinti, creatrici di mondi e show consolanti.

Vogliamo il diritto alla sofferenza.

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