Evidentemente tra i «valori non negoziabili» di molti cattolici c'è la rivendicazione dello spazio pubblico per le loro idee su famiglia e omosessualità, ma non c'è la capacità di trovare le parole per comunicare verità dogmatiche di cui si è perso letteralmente il significato: peccato originale, redenzione, salvezza.
Non è certo compito degli atei devoti o dei laici pentiti occuparsi di queste cose. A loro non interessano queste faccende teologiche. Ma dove sono i cristiani maturi?
Quello che non capisco è l'entusiasmo della gerarchia ecclesiastica.
Non si rende conto dell'equivoco che promuovendo il crocifisso come simbolo di universalismo e umanitarismo in esclusiva nazionale, negando di fatto spazio ad altri simboli religiosi, lo priva della sua specifica autenticità religiosa?
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