La vita dell'uomo ha quattro tappe.
La prima è quella dell'imparare, quando si è formati dai maestri.
La seconda è quella dell'insegnamento in cui si condivide ciò che si è appreso con gli altri.
La terza fase è quella del bosco, nel quale ci si ritira per ritrovare se stessi ed energie nuove.
Infine, la quarta tappa è l'essere mendicanti, tendendo la mano agli altri perché ti sorreggano nella malattia e nella vecchiaia.
Imparare, insegnare, meditare, mendicare.
Quando è di scena la trama interiore ciascuno di noi può interrogarsi sul livello in cui ora si trova e soprattutto se sta correttamente seguendo la traiettoria, ricordando però che le tappe possono intrecciarsi tra loro.
C'è innanzitutto il tempo del discepolato, della ricerca, dell'apprendimento umile e paziente.
È solo così che si passa alla seconda tappa divenendo maestri, testimoni, padri e madri.
Ma non si può vivere sempre esposti.
È necessaria la ricarica, una sorta di rifornimento dell'anima, una reimmissione dell'acqua nella diga.
Alla fine, giunge la vecchiaia o la malattia e, allora, con umiltà si deve stendere la mano come mendicanti per essere aiutati e sostenuti.
Anche questa, però, è una stagione importante di quell'avventura unica che è la vita.