Benedetto XVI: non subordinare ciecamente a Dio le leggi e la società, ma scoprire l'accordo profondo di ciò che dicono la ragione e il diritto con la parola che viene da Dio. "Da questo legame precristiano tra diritto e filosofia – ha spiegato il papa - parte la via che porta, attraverso il Medioevo cristiano, allo sviluppo giuridico dell'Illuminismo fino alla Dichiarazione dei Diritti umani e fino alla nostra Legge Fondamentale tedesca, con cui il nostro popolo, nel 1949, ha riconosciuto 'gli inviolabili e inalienabili diritti dell'uomo come fondamento di ogni comunità umana, della pace e della giustizia nel mondo'". Oggi, pero', per il papa l'Europa si trova davanti a una sfida: non lasciare che la ragione si consideri autosufficiente, rifiutando tutto quello che non e' "funzionale" e falsificabile, e richiudendosi come un edificio "di cemento armato senza finestre". "Bisogna tornare a spalancare le finestre – è stato l'appello del Papa -, dobbiamo vedere di nuovo la vastità del mondo, il cielo e la terra ed imparare ad usare tutto questo in modo giusto", e in questo modo permettere alla ragione di "ritrovare la sua grandezza senza scivolare nell'irrazionale". Ma la sfida di Ratzinger è a fare un passo ulteriore: non dimenticare la consapevolezza che "l'uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere".
venerdì 23 settembre 2011
L'autosufficienza della Ragione
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