Sono le diversità che definiscono i nostri tempi. Diversità di cultura, di credo; di benessere e di possibilità di vita.
Diversità di razze, di colori, di speranze. E la diversità non può e non deve essere motivo di scontro. Può e deve essere fonte di aggregazione, di ricchezza, di unità. E, comunque, a tutte e a tutti deve essere garantita parità di diritti. Sono certo che noi possiamo fare tanto se i nostri valori sapranno unire invece che dividere. Credo sia giusto parlare con franchezza, guardandosi negli occhi. L'importante, poi, è come si continua: per costruire bisogna proseguire spalla a spalla, guardando insieme verso un unico obiettivo.
Ci sono parole, ci siamo detti, che non possono che unirci: accoglienza, responsabilità, servizio.
Quello che stiamo facendo è cercare di abbattere barriere, di essere aperti al contributo di tutti al di là delle bandiere e al di sopra delle etichette. Io penso che bisogna gettare dei ponti. Non alzare dei muri. La famiglia e il lavoro, oggi, sono il nostro «ponte». Soprattutto oggi, che la crisi ci impone di riflettere e di cambiare. Credo che il messaggio rivoluzionario di Cristo si sposi oggi ancora più facilmente con il messaggio di chi vuole ridurre le differenze, alleviare la miseria, portare nel mondo la giustizia. Con umiltà, che è il modo in cui intendo questa mia missione laica, voglio dire che paradossalmente questa crisi può aiutarci.
Ad andare alla sostanza delle cose. A liberarci dell'effimero. A mettere la giustizia sociale, e non il profitto, al centro di ogni decisione.
Ma se guardo avanti vedo che la crisi potrà darci l'opportunità di cambiare. Di cambiare gli stili di vita.
Di apprezzare una maggiore sobrietà.
La famiglia.
Qual è il significato della parola famiglia? Famiglia significa amore, rispetto, solidarietà.
E significa scelta, scelta di condividere un pezzo di strada. La famiglia è, in piccolo, la nostra società.
Le famiglie sono spesso la vera colonna del sostegno sociale dei più deboli, e pagano oggi il prezzo più alto. E la famiglia – le famiglie – hanno la priorità nelle nostre preoccupazioni. Ci interessa anche il loro tempo. E come lei, penso, che la domenica debba essere il loro tempo. Ci interessa la loro vita. Il cibo che mangiano.
Troppo spesso, oggi, al di là delle parole, le famiglie si sentono abbandonate, non sostenute, obbligate a trovare solamente al proprio interno le risorse per sopravvivere. Troppo spesso tante donne sono costrette a portare sulle loro spalle tutto il peso del futuro delle loro famiglie e troppo spesso, nelle case, le donne sono oggetto di violenza. Questo non deve più essere.
Allora da qui, oggi, può ripartire un messaggio forte che dia nuovo impulso alla formazione di tutte le realtà familiari.
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