giovedì 24 aprile 2014

Un padre amareggiato

Ho tentato di immaginare quale stile potesse esprimere al meglio la mia delusione ma non è garantito che ci sia riuscito.


Egregio Signor Giudice,


nella totale impossibilità di discutere con mia figlia, che ha cominciato ad evitare la casa dei genitori come la casa degli appestati, mi rivolgo a Lei che si imbatte quotidianamente nei casi più disparati e a volte, come spesso succede per le nostre umane avventure, piuttosto lancinanti, e rivolgo a Lei la mia richiesta di esaminare il caso di un padre sconcertato e deluso.


La ricerca della felicità ad ogni costo acceca e fa perder a tutti noi di vista le relazioni che abbiamo intessuto negli anni, tutti gli amici che abbiamo fatto salire a bordo, oltre a tutti quelli che sul treno c'erano già prima, e che hanno costantemente e diligentemente tenuto il treno sui binari.

Ebbene tutto questo la nostra ragione, folle di un desiderio momentaneo, è in grado di sovvertire.

Giunge, la nostra ragione, a voler far deragliare quel treno in movimento..

Ma tutto questo mi riporta alla vicenda di Esaù e Giacobbe.

Affamato dopo aver passato la giornata a girovagare e a trastullarsi Esaù trovò in casa il fratello Giacobbe ai fornelli, pronto a scodellarsi un gustoso piatto di lenticchie.

Ebbene Esaù per quel piatto di lenticchie vendette la sua primogenitura, che a quel tempo voleva dire rinunciare a tutti i beni paterni che avrebbe ricevuto da Isacco.

C'è da dire che Giacobbe era di certo un gran filibustiere e conosceva la balordaggine del fratello.

Un piatto di lenticchie per la primogenitura.

Adesso, Egregio Signor Giudice,

a me pare che altrettanto stia capitando a mia figlia, che ha deciso di approfittare di un piatto di lenticchie, e proseguendo anche con il primo paragone, ha intenzione di far deragliare quel treno su cui non è l'unica passeggera.

Mi viene in mente anche un evento recente, la scomparsa del Boeing 737 al largo dell'Australia, inabissato da un pilota che aveva fretta di raggiungere quella promessa coranica che fa riferimento alle vergini da possedere e ad un bel posto caldo.

Un pilota incurante che all'interno dell'aereo c'erano altri 238 passeggeri che non avevano alcuna intenzione di accodarsi al suo desiderio folle.


Sulle cause del deragliamento avrei molto da dire, ma forse ad un padre conviene tacere.


Una cosa mi è chiara: non intendo avallare né contribuire in alcun modo ad una scelta che considero inopportuna, scellerata.

E per meglio chiarire questa mia indisponibilità mi rivolgo a Lei e Le chiedo:

può un padre rinunciare alla patria potestà, visto che non serve a nulla e che non posso ragionare con mia figlia che non vuol sentire ragioni diverse?


Quello a cui non rinuncio è il bene dei miei nipotini. Credo in loro e di loro ho bisogno, e visto i gravi problemi sentimentali insorti tra i genitori, chiedo il loro affido.


Sperando di non averla infastidita Le invio i miei più cordiali saluti


un padre sconcertato e deluso


P.S.

Mi scusi ma non ho trovato un termine migliore di patria potestà per esprimere il mio disagio, ma so bene che non posso avvalermi di esso su una donna maggiorenne e con prole. Ma mi sembrava adatto ad esprimere la mia delusione ed amarezza.

 

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