La speranza che il passato domini sul futuro diventa sempre più realistica:
Anas al posto di Autostrade, Le partecipazioni statali in prima fila a gestire gli appalti, la naja per i giovani così diventeraqnno più responsabili e sapranno come utilizzare al meglio il loro tempo libero, una libertà meno libera: troppa libertà esaspera e offende la vita, due giocatori starnieri per squadra così avranno più opprtunità di lavoro i nostri giovani e la nazionale soffrirà di meno
Tutta questa nostalgia del passato può avere talvolta effetti comici; ma va presa sul serio perché è molto moderna. Risponde appieno alla paura di una società che è stata disillusa dalla retorica del futuro, dalla promessa di uno scambio tra sacrifici e nuove opportunità, rivelatasi in Italia vuota e beffarda. È figlia della grande paura della competizione di una fetta del Paese che spera di potersi rifugiare nella protezione di un Leviatano pubblico, così forte da poter fare a meno di tutti, compresi gli altri Stati europei, arroccandosi intorno al suo debito e al suo stellone.
I Cinquestelle sognano questo ritorno al passato come il futuro: l’utopia di un governo “etico” che insegna ai cittadini la strada verso il Benessere Collettivo. I sovranisti lo scelgono invece con crudo realismo, perché concepiscono il futuro come il passato, e cercano nello scontro tra nazioni il riscatto della grande proletaria. Ma tutt’e due sono l’effetto, non la causa, di un malessere nazionale che spinge oggi la maggioranza degli italiani a sperare nel passato. Forse il problema più grande del nostro Paese.
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