mercoledì 10 marzo 2010

Le Provocazioni di Cope

E' vero spesso il nostro parlare è enfatico e provocatorio,

 così speriamo di attirare l'attenzione e la  benevolenza degli altri(captatio benevolentiae);

 un parlare paradossale;

 sta poi agli altri intendere da dove arriva il discorso:

se da una condizione di profonda conoscenza(un sapere mistico) oppure

se è solo un parlare sopra le righe.

Quando Cope paradossalmente accenna all'anima del robot e alla sua creatività

Mette certamente in risalto un grande limite della nostra situazione odierna:

la mancanza di consapevolezza del nostro agire e pensare.

Per cui non vede più dove l'uomo possa essere superiore al robot.

Ecco il limite dell'uomo di oggi:

è solo il fare che lo muove nel palcoscenico e se questa è diventata la prerogativa umana certamente

il Robot è più intelligente dell'uomo.

Non avendo inibizioni, non avendo controlli interni può lavorare anche con le combinazioni più assurde, le più strane:

applicare il principio di casualità e non tener conto neppure del principio di contraddizione: Tertium non Datur.

Ma questo non garantisce al Robot l'anima, come pretende Cope; gli dà solo una possibilità in più che l'uomo preferisce negare a se stesso:

scientemente o no.

 

Quindi se l'uomo ha perso la sua anima è solo paradossalmente che possiamo affermare:

che c'è certezza dell'anima nel Robot  e non più nell'uomo

 

 

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