E' vero spesso il nostro parlare è enfatico e provocatorio,
così speriamo di attirare l'attenzione e la benevolenza degli altri(captatio benevolentiae);
un parlare paradossale;
sta poi agli altri intendere da dove arriva il discorso:
se da una condizione di profonda conoscenza(un sapere mistico) oppure
se è solo un parlare sopra le righe.
Quando Cope paradossalmente accenna all'anima del robot e alla sua creatività
Mette certamente in risalto un grande limite della nostra situazione odierna:
la mancanza di consapevolezza del nostro agire e pensare.
Per cui non vede più dove l'uomo possa essere superiore al robot.
Ecco il limite dell'uomo di oggi:
è solo il fare che lo muove nel palcoscenico e se questa è diventata la prerogativa umana certamente
il Robot è più intelligente dell'uomo.
Non avendo inibizioni, non avendo controlli interni può lavorare anche con le combinazioni più assurde, le più strane:
applicare il principio di casualità e non tener conto neppure del principio di contraddizione: Tertium non Datur.
Ma questo non garantisce al Robot l'anima, come pretende Cope; gli dà solo una possibilità in più che l'uomo preferisce negare a se stesso:
scientemente o no.
Quindi se l'uomo ha perso la sua anima è solo paradossalmente che possiamo affermare:
che c'è certezza dell'anima nel Robot e non più nell'uomo
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