Una delle manifestazioni più drammatiche di questa sindrome è certamente la "Seconda considerazione inattuale" di Nietzsche, sull'utilità e sul danno degli studi storici per la vita. Il testo si apre proprio con una dichiarazione che sembra essere un'altra delle fonti di Funes immaginato da Borges che, per eccesso di memoria, era ormai incapace di ragionare:
"Immaginate l'esempio estremo, un uomo che non possedesse punto la forza di dimenticare, che fosse condannato a vedere dappertutto un divenire: un uomo simile non crederebbe più al suo stesso essere, non crederebbe più a sé, vedrebbe scorrere l'una dall'altra tutte le cose in punti mossi e si perderebbe in questo fiume del divenire... Per ogni agire ci vuole oblio come per la vita di ogni essere organico ci vuole non soltanto luce, ma anche oscurità".
Di qui l'analisi del danno dell'eccesso di studi storici e l'appello ai giovani affinché elaborino un'arte della dimenticanza.
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