Dov'è il soprassalto morale dell'«altra» società, dov'è la fantomatica «società civile» con le sue energie sane e alternative? Che fanno i cattolici che sono la parte più consistente e qualificata della «società civile»? Ma di quali cattolici parliamo?
Di quelli che condividono i giudizi severi di «Famiglia cristiana»?
O parliamo dei cattolici che sostengono le tesi di mons. Rino Fisichella, disposto a tutto comprendere e perdonare pur di avere nel governo una sponda antilaica e antisinistra?
O semplicemente quei credenti (forse la maggioranza: la maggioranza silenziosa) che a Messa o fuori sono infastiditi da qualunque allusione considerata «politica»?
Nella gerarchia poi sembra prevalere una mentalità iper-istituzionale: pur nei suoi espliciti rimproveri morali deve stare attenta a non mettere a repentaglio le risorse finanziarie e il sostegno in campo giuridico che le offre il governo più «compiacente» mai avuto dopo il Concordato. Molti alti prelati non sopportano l'idea di dover fare di nuovo i conti con i «cattolici adulti».
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