giovedì 25 novembre 2010

Le categorie interpretative di un film

La qualità di un film. Criteri per una valutazione.

Certo non merita alcuna attenzione il cosiddetto cinepanettone pronto sempre ad essere sfornato, consumato e dimenticato. Fa tenerezza rivedere alcune gags di Franchi-Ingrassia dei tempi andati o le scenette alla Pappagone di Peppino de Filippo; non hanno lasciato traccia. Basati su banali fraintendimenti, come i cinepanettoni, possono far sorridere nell'immediato ma muoiono presto.

Eppure sono sempre i più gettonati.

Una conferma: tra i films messi a disposizione per il grandecinema3 dalle multisale è presente  "La vita tranquilla", interprete Toni Servillo, ma non tanti cinepanettoni: "un marito di troppo", "dalla vita in su" e così via.

I film, diciamo pure, con sfondo drammatico, nelle multisale durano poco.

 

Eppure sono quelli ricchi che ti accompagnano non solo all'uscita ma anche nei giorni seguenti ed ogni volta ritrovi un dettaglio, una scena, una frase che ti offre lo spunto per rivisitare il valore del film, di ridisegnarne le categorie di analisi.

Ti pongono di fronte ad un problema, ad un tuo problema.

Torniamo a "la vita tranquilla".

Abbiamo almeno tre modi per leggere il film.

Come un semplice fatto di società, reale e non immaginario: un vecchio camorrista che sfugge all'attentato rifugiandosi in Germania con una nuova identità; un semplice fatto.

 

Ma è impossibile sfuggire, nella interpretazione di Servillo, alla disperazione del camorrista, anche i camorristi hanno un'anima, che ha tentato inutilmente di seppellire il suo passato. Il rapporto tra il suo passato e il suo presente. Ma non solo: anche noi siamo risucchiati nel dilemma; anche noi siamo coinvolti in questo dramma. Nessuno è esente. Quanta messe per gli strizzacervelli, che non conoscono certo crisi. Anzi è nelle crisi che fioriscono.

 

Ma è impossibile archiviare una interpretazione più eterea, una interpretazione che fa cenno al costante dissolvimento nel tempo di un IO ossificato. La faticosa costruzione dell'IO camorrista si dissolve e lascia posto all'IO dell'uomo amante delle cure familiari, per tentare una nuovo fondante IO su valori rinnovati.

Ecco forse dove sta la bellezza dei grandi film; nella eterna attualità dei problemi che propongono; nella diversità interpretativa che pongono,nelle tante categorie valoriali in cui si cimentano.

Nessun commento:

Posta un commento