Prima di andarsene ha lasciato un messaggio sulla pagina di Facebook dei suoi amici: ho pochi giorni di vita, ma non perdo la speranza.
Elizabeth, malata dal 2004, ha trascorso gli ultimi giorni di vita nella sua casa a Chapel Hill in Nord Carolina, tra le visite di amici e familiari, senza rinunciare a restare in contatto col mondo. Anche su Internet. In serata, l'ultimo messaggio, che ha fatto il giro del Web: «I nostri giorni sono contati, lo sappiamo tutti, eppure ci sono volte in cui non siamo in grado di avere la pazienza e la forza necessarie. Ma questo significa essere umani. Ho scoperto che vivere con speranza e cercando di avere un impatto positivo sul mondo rende anche i miei giorni pieni di significato. E per questo sono grata».
Vivere con speranza rende i miei giorni pieni di significato, sembra questo il messaggio di Elizabeth che tanto coinvolge gli americani.
Ma forse è bene, senza troppo lasciarsi coinvolgere dalle infatuazioni, come al solito epidermiche, dare rilievo al concetto di Speranza.
Speranza come Unione, come intuizione che l'individuo esiste in quanto comunità.
Speranza di un Progetto, di una Libertà che racchiude le singole libertà e di cui si fa Progetto
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