Il piccolo tribunale di Nicosia, uno di quelli che dovrebbe essere soppresso ma che nel distretto giudiziario di Caltanissetta risulta tra i più attivi ed efficienti nonostante le gravi carenze di organico, non è nuovo a decisioni che, in tema di diritto di famiglia, hanno fatto discutere:
ha dato ragione ad un padre non affidatario, concedendogli di poter vedere i figli non soltanto fisicamente ma anche in webcam;
ha riconosciuto che in caso di inadempienza di un genitore nel versamento degli alimenti, debbano essere i nonni a farlo;
o, ancora,
ha ammesso la costituzione di parte civile di un bambino di 4 anni nei confronti della madre affidataria che non gli consentiva di vedere il padre.
Non sembra, a leggere le virtuose interpretazioni del piccolo tribunale di Nicosia, che la giustizia italiana sia così malmessa.
C'è un giudice, attento alla crescita armoniosa dei piccoli in una famiglia, che ha il coraggio di non lasciarsi intimidire da questioni di sesso, tanto distorte nella nostra rappresentazione immaginaria, e che mantiene intatto il diritto di un genitore, sia esso il padre o la madre, a vivere con i propri figli parte della propria giornata e della propria vita.
E sanziona duramente l'atteggiamento discriminatorio che inevitabilmente insorge in una causa di separazione, mettendo davanti a tutti le necessità dei piccoli.
Anche le necessità economiche non vengono minimizzate dal giudice che opportunamente richiama anche i nonni a sostenere, qualora siano in condizione di farlo e qualora ci siano impedimenti paterni nel caso, a provvedere alle prime e indispensabili cure per la crescita dei piccoli.
Se domani questo stesso giudice si svegliasse e imponesse non soltanto ai genitori ma allo STATO di provvedere al soddisfacimento di diritti inalienabili dei piccoli:
al diritto ad essere un bambino,
al diritto di poter giocare,
di poter mangiare le caramelle,
di poter frequentare una scuola materna,
di poter giocare con gli altri bambini nei parchi giochi,
di poter guardare i cartoni animati, di andare al cinema, al teatro all'opera,
di poter giocare liberamente sotto casa,
di poter……
Allora veramente potremmo tornare a sperare senza dover per necessità credere che solo le istituzioni religiose sono in grado di offrire pieno sostegno alla piena crescita della nostra precaria esistenza
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